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mercoledì 27 dicembre 2017

Un Natale differente

Mi è sempre piaciuto il Natale, l’atmosfera che esso genera, il profumo di zucchero che domina nell’aria, le luci, la copertina sul divano, i calzettoni di lana, l’albero con i regali, le vie della città addobbate, il respiro di ciascuno che si trasforma in una nuvoletta all’aria fredda dell’inverno. 
La sensazione di tranquillità e serenità che il Natale trasmette è ciò che lo rende la festa da me più attesa. Si sospende la routine dei giorni di scuola, si interrompono la maggior parte delle consuete attività e ci si dedica alla famiglia, agli amici.
Il semplice atto di fare l’albero è una ricorrenza che permette di sospendere le possibili tensioni e di prendersi un po’ di tempo per fare qualcosa con la famiglia, lavorando insieme per aggiungere bellezza a questa festa…

25 Dicembre 2017: Natale in Argentina.
Natale per me è tutto ciò che ho appena elencato, è tutto ciò che ho sempre pensato sarebbe rimasto invariato, è tutto ciò che non ho mai pensato di passare con 35° all’altro capo del Mondo. 
Ebbene sì, nel 2017, a 16 anni, ho scoperto che il Natale può essere tutto e niente di quello che ho vissuto nei miei precedenti 15 anni di vita.
I giorni di dicembre passano e camminando per la città mi chiedo “Dove sono gli addobbi e le luci di Natale?”. Mi rispondo da sola con un semplice e diretto “in questi giorni sicuramente li metteranno”. Però no, il 25 dicembre si avvicina e le luci ancora non sono comparse. 
Una sera passeggiando in una delle piazze mi accorgo sorpresa di poche lucette poste attorno al tronco di alcuni alberi. Felice urlo “hanno addobbato la piazza!”. Solo dopo mi rendo conto che guardando meglio i tronchi decorati sono solo quattro e che le luci si arrotolano informi per solo un quinto dell’intero fusto. Sempre meglio che niente, no?.
Ebbene, alla fin fine il 25 dicembre del 2017 la piccola città di Concordia conta di quattro fusti decorati, un albero di luci natalizie posto di fronte all’auditorium e reciso nella punta - motivo per cui più somigliante a un tronco di cono - e alberelli di carta attaccati ai pali della luce di via las Heras. 
Però casa Bignotti-Diaz, si distingue per una cosa: la presenza di un’italiana amante del Natale. 
Ed è così che il 25 dicembre del 2017 la mia famiglia ospitante si è ritrovata a vivere in quella che potrebbe sembrare l'autentica casa di Papà Noel: fili di luci di Natale dai colori più sgargianti illuminano a giorno il salotto, una lampada a sfera proietta luci colorate sul soffitto della sala, palline di spago artigianalmente prodotte dalla sottoscritta e da un’atra italiana brillano sul tavolo e sulla parete grazie alle luci riposte al loro interno. L’unica “pecca” è  l’alberello di Natale alto 60 cm e posto sopra ad un mobile, cosa che dopotutto con un po’ di impegno si può  accettare.
Il giorno della vigilia di Natale del 2017 però sta passando in maniera un po’ monotona, con la sola voce di Raffaella Carrà che risuona a tutto volume nella sala mentre l’italiana della casa cerca di coinvolgere la mamma argentina a cantarne le canzoni. La monotonia della giornata  abbandona  casa Bignotti-Diaz quando alle otto e mezza di sera fa il suo ingresso Agostina, mia sorella ospitante, con il suo ragazzo e chiede alla mamma “c’è un posto in più per Andres stasera?”. 
Per una simpatica casualità della vita il fidanzato di Agostina si chiama esattamente Andres, che però non è l’unico della famiglia a portare questo nome. Dalla porta entra Andres 2, il figlio di mamma nonché il mio fratello ospitante che manca da casa da quattro mesi. Mamma Norma salta sulla sedia e lancia un grido correndo ad abbracciare il figlio. Mai vista donna più felice! 
Ed è così che la vigilia di Natale la passo ridendo e scherzando con quella che è diventata la mia nuova famiglia nel portico di una casa di periferia, immersa nell’aria fresca di una notte d’estate argentina del 25 dicembre 2017.

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