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martedì 3 aprile 2018

Il 3 aprile

Un giorno come oggi, uno dei diciassette “3 aprile” che ho visto trascorrere nella mia vita. Oserei però dire che questo 3 aprile é stato un giorno un po’ speciale, uno di quelli che ti segni sul calendario, uno di quelli che aspetti da tanto tempo, uno di quelli che quando arriva ti stampa un sorriso sulle labbra che più niente o nessuno potrà cancellare. 
Il 3 aprile del 2017 è stato proprio così.
Aspettato con ansia senza saper esattamente quando e se sarebbe arrivato, ha segnato in modo indelebile la vita di una ragazzina di sedici anni che stava seduta sul sedile di un autobus con i suoi compagni di classe per iniziare quella che sarebbe stata la gita più bella mai fatta prima. La ragazza sente squillare il telefono sul cui schermo appare la scritta “mamma”; sbuffa un po’, pensando che la madre la stia chiamando per sapere come va il viaggio da poco iniziato, ma qualcosa desta la sua curiosità: quando risponde al cellulare pensa “perché semplicemente non mi ha scritto un messaggio?!” e nel mentre sente uno strano tono provenire dalla voce della madre, come se qualcosa di apparentemente grave fosse successo... 
  • “Hai già guardato la mail?” le dice la madre
  • “No” risponde la figlia
  • “Guardala.” Conclude la madre.
Un silenzio assordante incombe nella conversazione, mentre la ragazzina agitata cerca di aprire la posta elettronica. Si carica la pagina e spunta  il titolo della nuova mail “Intercultura - passaggio a Vincitore”. Ancora prima di aprirla la ragazza ha già capito: lancia un urlo e si alza saltando dal sedile per gridare al mondo che ha vinto il programma annuale di scambio in Argentina mentre la madre, di sottofondo, le dice “non dirlo subito ai tuoi compagn....”. Ma la notizia è già stata annunciata, ritorna a parlare al telefono e la madre ridendo le dice che è felice e che finalmente ce l’ha fatta, che ha vinto. 

Ebbene, quella ragazzina di 16 anni ero io, esattamente un anno fa, inconscia di tutto ciò che avrei di lì a poco scoperto, vissuto, imparato e amato. Inconscia del fatto che la vita mi stesse donando la cosa più preziosa: un nuovo libro da scrivere con l’inchiostro dei miei desideri.